Il termine UJJAI trova le sue radici da UD che significa ANDARE VERSO L’ALTO, dove l’alto rappresenta la MENTE, e da JAIA che significa EVVIVA.
Ujjai letteralmente indica innalzare in modo trionfante l’energia vitale, il prana, infatti viene chiamato il respiro VITTORIOSO.
Il respiro Ujjai fa parte di quasi tutte le tecniche di Pranayama perciò è indispensabile saperlo praticare, nell’Hatha Yoga, è essenziale.
Il primo elemento importante è il SUONO, come un sibilo, si porta la lingua sulla parte superiore del palato e inspirando ed espirando il suono si genera nella gola. Fisicamente dobbiamo effettuare una chiusura parziale della glottide come per deglutire, frenando il passaggio dell’aria nella trachea. Riducendo lo spazio di apertura dell’aria, questa passerà con maggiore pressione ma in quantità ridotte, aumentando il tempo necessario per compiere un’intera respirazione. Perciò secondo elemento importante è il FLUSSO.
Lo spazio della gola, grazie alle due corde vocali è anche la zona di manifestazione del pensiero e quando la glottide va a chiudere la trachea, le corde vocali si trovano bloccate, impedendo la parola che significa bloccare la formazione di pensieri, quindi saper gestire la MENTE. Ogni respiro che produciamo, anche se non lo esprimiamo mette in tensione le corde vocali ed occorre il passaggio dell’aria, affinché il pensiero non rimanga una fantasia eterica e possa manifestarsi.
La pratica Ujjai, quindi, serve ad evitare la produzione di pensieri non voluti che vogliamo “spegnere”, “purificare” o “direzionare”.
Nella vita quotidiana andremo ad usare questa respirazione per non farsi dominare dall’emotivo e per mantenere presenza e lucidità.
Ujjai è un respiro completo, perfetto, dobbiamo cercare di riempire completamente i polmoni, dal basso verso l’alto e di svuotare completamente dall’alto verso il il basso.
Il respiro dovreste percepirlo sulla parte posteriore della gola.
Quasi tutte le pratiche di Yoga sono basate sulla respirazione attraverso il naso. A livello fisiologico il naso ha il ruolo di “condizionatore” dell’aria.
L’aria entrando dal naso si riscalda, si umidifica e si purifica raggiungendo i polmoni in qualità ottimale e viceversa espirando dal naso e non dalla bocca manteniamo quelle qualità.
All’interno delle narici ci sono delle cartilagini che creano dei percorsi di aria diversi. Normalmente l’aria scorre nei passaggi inferiori per poi raggiungere la gola.
Nel Pranayama, impariamo a dirigere l’aria nel passaggio superiore, che in una logica più sottile significa che Ujjayi porta la consapevolezza verso lo spazio della mente, attivando quindi la risalita di Prana.
La vibrazione prodotta dallo sfregamento dell’aria a contatto con le corde vocali, sale verso l’alto proprio come un GRIDO!
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